NobodaddyGuy Poblome

@ Fabien de Cugnac, photo issue de "Selfies, Et moi, Et moi, Et moi" – http://cugnac.be/

Avete sotto gli occhi la prima Newsletter che prepara il prossimo congresso dell’EuroFederazione di Psicoanalisi, Pipol 11, dal titolo Clinica e critica del patriarcato.

È stato proposto da Jacques-Alain Miller, data la sua attualità. Tutti parlano del patriarcato o ne hanno sentito parlare. Sarebbe la causa del malessere nella civiltà contemporanea, anche se sembrava sparito dalla circolazione a causa del suo declino, anzi della sua « evaporazione »[1] ; del padre, se ne faceva a meno sempre di più.

Il nome di questa Newsletter è Nobodaddy, termine forgiato dal poeta mistico della fine del 18esimo secolo, William Blake. La sua costruzione plurivoca permette di mettere in evidenza questo paradosso : assenza del padre, il nobody, da un lato, il poeta è in questo esplicito : « Perché sei tu silente ed invisibile, … » ; di fronte al godimento dell’altro : « …, Padre di Gelosia ? »[2] che evoca anche il padre di Totem e tabù.

Catherine Millot, più vicina a noi, ha ripreso questo termine per il titolo del suo libro Nobodaddy, L’Hystérie dans le siècle nel quale ritroviamo uno « sdoppiamento, di un lato puramente significante e di un lato oscuro » che fa « il fallimento di Un padre »[3].

Infine, gli accenti joyciani della scrittura di W. Blake permettono di leggerci il « nœud bo » : il nodo bello del padre. In questa creazione linguistica ritroviamo, e non è un caso, la funzione del padre che Lacan ha definito alla fine del suo insegnamento come sintomo al principio dell’annodamento borromeo. Vuol dire in effetti che il padre, lontano dall’essere Uno, si articola nelle tre dimensioni che costituiscono il parlessere, il Reale, il Simbolico e l’Immaginario.

I primi tre numeri di Nobodady, saranno consacrati ai testi di orientamento delle rubriche del Blog di Pipol 11 che potete scoprire andando su www.pipol11.eu. Le sei rubriche accoglieranno i testi che ciascuno di voi che lo desidererà, potrà proporre per partecipare attivamente alla preparazione del congresso.

In questo primo numero, Neus Carbonell ci presenta la rubrica Farne a meno, servirsene. Vi pone la questione delle condizioni, non incompatibili con il declino del patriarcato, affinchè un padre, nella sua singolarità, possa non imporre l’autorità e la legge, ma trasmettere la funzione del desiderio annodando, sempre in modo sintomatico, il suo rapporto al godimento verso una donna. Nell’era dell’aldilà del padre e del patriarcato, che può portare al peggio, il sintomo resterà in effetti la pietra angolare di Lacan per trattare la soluzione singolare di ciascUno alla rovescia di ogni normativizzazione standardizzata.

Domenico Cosenza, per la rubrica Autoritarismi, giustificando il titolo del libro di C. Millot, parte dal soggetto isterico che fa obiezione ai diktat del padre, come ai discorsi dominanti. La scelta di Freud è stata quella di lasciare parlare il soggetto, e questo permette di aggiornare i significanti, i significanti-padrone, che lo sottomettono a sua insaputa, indicando anche che, ben al di là del padre, è il linguaggio che conduce le danze. Come N. Carbonell, D. Cosenza rileva che il declino del padre può condurre al peggio sotto le svariate forme dell’autoritarismo ideologico o fondamentalista.

Ecco due testi che danno il primo orientamento del cammino che ci condurrà al congresso del primo e del due luglio prossimi. Buona lettura !

Traduzione : Michela Perini
Revisione : Maura Ragni

Immagine: @ Fabien de Cugnac

[1] Lacan J., « Nota sul padre e l’universalismo », in La Psicoanalisi, n°33, Roma, Astrolabio, 2003, p. 9.
[2] Ungaretti G.,Visioni di William Blake, Milano, Mondadori Libri S.p.A, 2020, p. 65.
[3] Millot C., Nobodaddy, L’Hystérie dans le siècle, Paris, Point hors ligne, 1988, p. 13., traduzione libera del traduttore.