Il patriarcato : riderne o piangerne – Cecilia Naranjo

© Fabien de Cugnac – https://cugnac.be/

In questa edizione di Nobodaddy si tratterà di risate.

Se già nella Genesi, Cam, figlio di Noé, si prendeva gioco della decadenza del padre nudo e devirilizzato, al giorno d’oggi noi ritroviamo, nella serie Machos Alfa, questo tratto beffardo nei confronti dei soggetti maschili che si ritrovano sprovvisti di bussola, non sapendo più a quale santo votarsi per corrispondere a quella che sarebbe una virilità politicamente corretta.

Ridiamo invece molto meno della nostalgia del padre riparatore che proviene dall’Italia, in seguito alle denunce di atlete donne nei confronti di allenatori sportivi abusanti. Lì, la figura patriarcale è presa molto sul serio, e non nella sua dimensione di sembiante che Lacan ha progressivamente messo a nudo.

Il padre carente oppure onnipotente, che scatena passioni ferventi, affascinate o denuncianti, appartiene al registro immaginario. Ora, l’esperienza analitica opera uno spostamento del padre impostore verso il significante padrone in quanto funzione necessaria per una posizione d’eccezione. E la risata può tornare, in quanto è allora possibile fare uso del padre come un Witz singolare per ciascuno, e non più come una norma anonima e cieca.

L’installazione di Anselm Kiefer al Palazzo Ducale prende così un colore giocoso : A. Kiefer si fa guida maliziosa, portando i visitatori a circolare tra gli orifizi di un potere decaduto, di cui alla fine distoglierà il decoro. Un’opera-Witz dunque, la quale, a immagine del tragitto analitico, non si lascia circoscrivere da una significazione.

Buona lettura !

Traduzione : Massimo Grassano
Revisione : Laura Pacati

Immagine : © Fabien de Cugnac