Exception L !* – Nathalie Crame

© Valérie Loiseau

Nonostante la psicoanalisi sia stata a lungo considerata una forza sovversiva, essa sarebbe oggi, secondo alcuni, l’ultimo baluardo dell’ordine patriarcale, o peggio, la complice della sua impostura ! Non è disonesto misconoscere il lavoro svolto da Lacan per ripulire la psicoanalisi dai suoi miti ? È il percorso dimostrato da Dominique Laurent nel testo in cui propone che « [l’]impostura paterna […] deriva solo da un eccesso di funzioni concentrate sul termine padre »[1]. Ella sostiene che alla fine di un’analisi si produce uno scarto tra il padre come figura di impostura e la funzione del significante-padrone. È sul padre immaginario, carente o onnipotente, e dunque logicamente impostore, che verte la critica del patriarcato. Ma nell’analisi, sotto la maschera del padre immaginario, si trova il significante-padrone. Questo sposta la questione dell’impostura, poiché il significante-padrone non è un’impostura, ma una funzione necessaria[2]. D. Laurent sostiene che « l’atteggiamento corretto nei confronti dell’S1 non è la denuncia dell’impostura, ma il riconoscimento della posizione di eccezione »[3]. Cosa che conduce a sbrogliarsela meglio[4] – disposizione femminile, ci dice Lacan – con le disuguaglianze fra le singolarità, condizione necessaria per l’analista, il cui desiderio è « di ottenere la differenza assoluta »[5].

Né ortodossia, né denuncia in Anselm Kiefer, che ci propone un’esperienza sconvolgente al Palazzo dei Dogi, simbolo per eccellenza dell’autorità suprema dell’antica Repubblica veneziana. Egli prende una via traversa, come spesso fanno gli artisti. Per raggiungere la sua installazione passiamo da sale fiammeggianti a scalinate di cui la magnificenza delle decorazioni illustra la potenza di Venezia sui mari. Questo luogo dove i più grandi hanno dipinto ci immerge nello splendore e nello sfarzo. E constatiamo, per dirlo con la penna giubilante di Jacques-Alain Miller, « à quel point le pouvoir s’appareille, chaque fois qu’il y a pouvoir […], il y a décorum. Il faut qu’il y ait des places marquées, il faut qu’il y ait des costumes […] pour que l’on dise : ah ! là est le pouvoir »[6].

Dopo questa passeggiata, scopriamo finalmente, nella maestosa Sala dello Scrutinio, l’installazione di A. Kiefer, costituita da giganteschi pannelli che mascherano la celebrazione del potere veneziano da parte dei suoi illustri pittori. L’artista, a proprio agio in questo arredamento maestoso, lo capovolge, ci immerge nei miti millenari e ci mette a confronto con l’oscurità del tempo presente, con la Storia, la memoria, la distruzione e la rigenerazione che egli declina di quadro in quadro. I suoi dipinti composti da strati di oro, di piombo, di gesso e di piante vibrano in un’atmosfera organica e minerale, con accenti gravi in cui si affiancano terre grasse e bruciate, vestiti abbandonati e luce fiammeggiante. Un vero e proprio colpo allo stomaco estetico che nessuna significazione definitiva riesce a chiudere. Eccezione L.

* Il titolo gioca con le parole « exceptionel » : eccezionale ; « exception » : eccezione . E con il registro della lettera : L, ma anche « Elle » : lei, il femminile (nota dell’equipe di traduzione/revisione).
[1] Laurent D., « La Contingence des exceptions », Conversation sur le signifiant-maître, Paris, Agalma, 1998, p. 40 [libera traduzione del traduttore].
[2] Cf. ibid.
[3] Ibid., p. 42 [libera traduzione del traduttore].
[4] Cf. Lacan J., « Televisione », Altri scritti, Torino, Einaudi, 2013, p. 505-538.
[5] Lacan J., Il Seminario, Libro XI, I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi, Torino, Einaudi, 2003, p. 271.
[6] Miller J.-A., « L’orientation lacanienne. Les us du laps », insegnamento pronunciato nel quadro del dipartimento di psicoanalisi dell’università Parigi 8, lezione del 26 gennaio 2000, inedito.

Traduzione : Marianna Matteoni
Revisione : Ilaria Papandrea

Immagine : © Valérie Loiseau