« Non sei stato un buon figlio » – Paloma Blanco Díaz

© Christine Bourgeois

Nel libro V del Seminario, Le formazioni dell’inconscio[1], Jacques Lacan pensa la condizione del nuovo in psicoanalisi. La clinica constata che l’esperienza analitica è segnata dalla ripetizione, ridotta alla fine a un nucleo che si mantiene invariabile, ma è anche a partire dalla ripetizione che il nuovo può avere luogo. Il seminario citato comincia con il motto di spirito perché fa emergere il nuovo nel dire; anche alla fine dell’analisi accade, nel dire, qualcosa di inatteso, addirittura incongruente. Perché in fondo quello che ci aspettiamo da un’analisi è questo, qualcosa che sfugga al codice e, in maniera molto veloce, codice e patriarcato procedono di pari passo.

Solo i significanti che sfuggono al codice creano un senso nuovo. Perciò sono preziosi, per la loro differenza. Differenza, termine chiave. Nel suo cammino c’è il plus-godere, il Witz, l’ingegno. E, al tempo stesso, è nella deviazione rispetto alla norma che si trova il fondamento di ogni senso. Il codice comporta porre all’orizzonte il desiderio e ciò che non si può dire, come un confine di tutto ciò che si dice. L’indicibile, non ciò che è indicibile. Questa è una pietra angolare che non si è usurata come cornice epistemica e che riflette, come sviluppa Laurent[2], la differenza tra il patriarcato e il luogo irriducibile del padre.

È possibile sostenere e fare uso del padre come un motto di spirito. Il padre come funzione rappresenta la legge che può accogliere al tempo stesso l’eccezione, allontanandolo dal paternalismo e dal patriarcato. Il Nome-del-Padre proprio è il motto di spirito particolare di ciascuno, accoglie e autorizza per accedere al cammino della deviazione rispetto al cosiddetto patriarcato, il cammino verso ciò che è più proprio, inappropriabile, perfino per sé stesso. Il sintomo che ha organizzato la vita, nonostante il dolore e il disagio, si struttura come un motto di spirito, con quel che ha di di-vertente, anche di invenzione, di creazione, di eccezionale. Il motto di spirito denota una sovversione di fronte al Padrone.

La funzione strutturante e strutturale del Nome-del-Padre è di trasgredire dove ce n’è bisogno. È l’obiezione di coscienza al patriarcato. Disfa l’orrore della legge totale, assoluta, automatica, della regola anonima che funziona da sola e cieca, là dove non c’è spazio per alcun motto di spirito.

« Non sei stato un buon figlio », dice la madre al personaggio di Antonio Banderas (Salvador) nel film di Pedro Almodóvar « Dolore e gloria ». Salvador risponde : « Ti ho deluso per quello che sono ». Tra il commosso e il sorpreso, le dice che fin dall’infanzia ha sentito il dolore di non poter essere ciò che sua madre sperava da lui. La critica del patriarcato e lo studio della sua clinica implica tenere in considerazione una logica al di fuori dell’universale e l’eccezione. Ridurre il sistema patriarcale al padre è simile al considerare la logica del non-tutto come la corrispondente agli esseri parlanti geneticamente donne, installando nuovamente il binarismo che la stessa critica mette in discussione. In questa prospettiva, la madre può prendere il valore di una figura princeps della clinica del patriarcato.

La formula della Metafora Paterna rappresenta il desiderio materno con una lettera D, maiuscola, la stessa che Lacan impiega nel grafo della Sovversione del Soggetto per fare riferimento alla Domanda.

Questa formulazione dà testimonianza dell’arte dell’ingegno di Jacques Lacan, racchiude un’acutezza e un’avvertenza in quanto al « processo civilizzatore » del godimento femminile e il suo desiderio. Mette in guardia in merito al fallimento del suo addomesticamento nella degradazione della domanda.

Esiste il buon figlio ? Cosa sarebbe un buon figlio ? Quello che andrebbe a completare una donna rendendola tutta-madre ? Il tanto malconcio fallo (immaginario) materno ? Un figlio messo in questo posto conduce al peggio. Per una madre non-tutta madre, non-tutta definita dal codice e dalla norma dell’ugualmente malconcio patriarcato, un figlio, piuttosto, apre al decompletamento che porta al mondo la vita e il suo indicibile, con il suo dolore e la sua gloria.

Riferimenti bibliografici dell’autore.
[1] Cf. Lacan, J., Il Seminario, libro V, Le formazioni dell’ inconscio [1957-1958], a cura di Antonio Di Ciaccia, Torino, Einaudi, 2004.
[2] Cf. Laurent É., « L’irriducibile posto del padre », Blog Nobodaddy de Pipol 11, pubblicato il 26 febbraio 2023, disponibile in internet.

Traduzione : Laura Pacati
Revisione : Michela Perini

Immagine : © Christine Bourgeois