Un amore di padre – Alexandre Gouthière

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Nel suo testo d’orientamento della rubrica « Le malattie del padre », Fabian Fajnwaks enumera qualche esempio di modalità di esistenza del padre in gioco in esse[1]. Aggiungiamo a questa serie un altro esempio tratto dalla letteratura psicoanalitica, non meno sintomatica nei suoi effetti. Questo esempio, è quello del padre di Minna, caso presentato dalla nostra collega Araceli Fuentes nella raccolta intitolata Effetti terapeutici rapidi in psicoanalisi[2]. Ricordiamolo a grandi linee.

Minna è una donna rumena proveniente da una famiglia povera e molto cattolica che presenta un quadro di nevrosi traumatica dopo essere stata ritrovata sul luogo degli attentati alla stazione d’Atocha a Madrid nel 2004. Evocando gli incubi ripetuti che fa da allora, la paziente dice all’analista di sentrsi colpevole di essere fuggita al momento dei fatti e di non aver aiutato i feriti. Soffre per non essere all’altezza degli ideali trasmessi da suo padre, un padre molto devoto, che l’ha cresciuta in un mondo ordinato dalla legge dell’amore. « Di fronte al reale del trauma, l’appello a un padre che sarebbe tutto amore non ottiene risposta, ci dice Araceli Fuentes. [Minna] resta angosciata, il suo tentativo di supplenza attraverso la via del senso religioso fallisce. »[3] Nella discussione, Jacques-Alain Miller ci dà una chiave per riprendere il caso : la legge nella quale è stata cresciuta Minna da suo padre è stata contraddetta dai fatti. Di fronte a ciò che l’attentato ha svelato della ferocia umana, di fronte all’emergenza del reale senza legge, Minna non ha le armi per affrontare la situazione, il suo « mondo gli diventa allora illeggibile »[4].

Che fa allora l’analista ? Accoglie Minna senza decolpevolizzarla, e la sua colpa vira rapidamente in odio verso l’altro : i Marocchini, i terroristi. L’analista ne deduce la logica della sua posizione : « il contrario di una posizione idealizzante »[5], dice lei, di una posizione affine a quella del padre. L’analista fa « in modo che il senso non ostruisse la produzione, nè dal lato della religione, nè dal lato del razzismo »[6]. Segue un trattamento dove l’apertura all’inconscio è scandito da dei sogni che hanno un posto déterminante. La paziente denuncia il peso schiacciante del suo amore di padre e testimonia del suo desiderio di disfarsi dell’influenza religiosa della sua tradizione familiare. Alla fine del trattamento, la sua angoscia è sparita. Minna riprende « il filo della vita »[7] e decide di occuparsi di un problema di salute serio che, nonostante avrebbe potuto prevalere, aveva trascurato da qualche mese

Riprendere questo caso stimolante da molti punti di vista ha oggi tutto il suo interesse. Gli effetti constatati in questa cura consistono in effetti in una desidealizzazione della figura paterna, mettendo fine in questo modo alle accuse fatte alla psicoanalisi di contribuire al mantenimento dell’ordine patriarcale. Nel padre di Minna, la dimensione del tutto nel suo rapporto all’amore è il sintomo del suo modo di incarnare « il modello della funzione »[8]. Il tutto amore è il suo più-di-godere. E’ là la sua pater-versione, il suo modo, come lo propone Éric Laurent, « d’aiutare i membri della sua famiglia a dire no al godimento »[9], facendo colpo su di loro, su sua figlia in primo luogo. E’ allora a livello del trauma di lei che si può « misurare il reale della [sua] funzione »[10] per lei : coprire una verità orribile, che si è disvelata al momento dell’attentato. La versione del padre di Minna è dunque all’origine della sua nevrosi e delle sue conseguenze : angoscia, senso di colpa, ma anche negligenza verso la sua propria salute. Questa incidenza non fa tuttavia di lui un padre più patogeno di un altro. Egli è, come tutti, solamente a modo suo.

Riferimenti bigliografici dell’autore :
[1] Fajnwaks F., « La via del più-di-godere », Nobodaddy, Blog Pipol 11, 26 febbraio 2023.
[2] Fuentes A., « Minna », in Miller J.-A. (s/dir), Effetti terapeutici rapidi in psicoanalisi. La conversazione di Barcellona, Borla, Roma 2007, p. 11-33.
[3] Ibid., p. 13.
[4] Ibid., p. 31.
[5] Ibid., p. 13.
[6] Ibid., p. 25.
[7] Ibid., p. 16.
[8] Laurent É., « Parentalités après le patriarcat », Quarto, n°133, mars 2023, p. 64. ( traduzione libera del traduttore )
[9] Ibid., p. 66.
[10] Fajnwaks F., op. cit.

Traduzione : Maura Ragni
Revisione : Elena Madera

Immagine : © Ateliers d’Art de la Baraque