Christine Angot, l’impossibile scrittura del reale del padre – Stéphanie Morel

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In 2012, Une semaine de vacancesUna settimana di vacanza[1] di Christine Angot è pubblicato allo stesso tempo del Seminario di Lacan intitolato Il Desiderio e la sua interpretazione[2], annunciando il declino dell’era del patriarcale. Jacques-Alain Miller approfitta di questa coningenza, invitandoci a leggere questo romanzo « comme […] un apologue de notre ras-le-bol du père »[3] per farci capire la necessità di uscire dall’era del padre.

Al di là del peccato del padre dell’incesto, al di là della scena sessuale che presentifica l’annullamento del soggetto come risultato di una situazione sociale dominata dal patriarcato[4], cio che rileva fondamentale J.-A. Miller, è la dimensione « paternotrope » del personaggio di Lei : « C’est le roman de ce que Lacan appelait la père-version, la pente, le tropisme vers le père. »[5]

Il padre in quanto impossibile a sopportare è il nome del reale intorno al quale Lei, l’eroina, gravita in Une semaine de vacances, fino alla sua eclipsi sul binario della stazione, in seguito al sogno che ha appena raccontato a suo padre. È in questo modo che « le désir, sous la forme du rêve, vient gâcher la fixité de sa jouissance »[6].

Ricordiamo la fine del romanzo. Isolata nella sua più radicale solitudine, ridotta al silenzio imposto dal godimento del padre e infine, abbandonata da lui quando rifuta di riconoscerla nel suo desiderio, è al suo zaino che Lei si rivolge. L’impostura paterna consiste, qui, nell’uso del significante padre, al quale Lei crede. Attraverso questo abuso del significante paterno, che Lui accede al godimento del corpo di sua figlia, ridotta inevitabilmente al rango di oggetto sessuale di suo padre.

Dieci anni dopo, in questo momento in cui diventa impossibile ignorare l’invasione anti-patriarcale di cui si sono armati i discorsi contemporanei, C. Angot scrive Le Voyage dans l’Est[7] pubblicato nel contesto della riforma legislativa riguardante l’incesto in Francia[8].

Ricordiamoci che C.  Angot aveva preso posizione affermando la sua assoluta opposizione, contrariamente alla maggioranza, rispetto alla questione del consenso nel caso dell’incesto – considerando l’inscesto come interdizione fondamentale di una società.

Scopriamo, cosi, nel suo ultimo romanzo, la ripetizione dei rapporti sessuali tra il padre e la figlia – anche se lei è ormai una donna sposata e in analisi – molti anni dopo aver raggiunto la maggior età e che il loro legame si era interrotto. La scrittura prende allora la forma di un lavoro di memoria di diversi anni, per scrivere « questo spazio che non esiste »[9] in questa posizione di disumanizzazione, di desoggettivazione che rappresenta il rapporto sessuale incestuoso.

E un altro punto di vista che l’autrice esplora, cercando sempre di « dire cio che è »[10] trovando le parole che dicono e rendono la cosa visibile, dando una forma concreta a ciò di cui sono composte le posizioni di disumanizzazione e umiliazione nell’incesto. Denunciando l’Altro sociale « di non lottare contro »[11], alorché non era senza sapere, l’autrice si mette al livello di un silenzio individuale facendo la scelta di una scrittura del reale, fotografica che tenta di ritrovare lo stato del soggeto di cui la parola non è stata presa in conto, convocando il lettore in questo stesso luogo.

Potremmo formuare l’ipotesi di una spinta alla scrittura (pousse-à-l’écriture) come prodotto dell’« effetto di senso paradossalmente reale »[12] del padre in quanto l’impossibile a sopportare persevera (père-sevère) nella scrittura dei suoi romanzi ?

[1] Angot C., Une Semaine de vacances, Paris, Flammarion, 2012. Edizione italiana : Una settimana di vacanza, Guanda, 2013.
[2] Lacan J., Le Séminaire, livre VI, Le Désir et son interprétation, texte établi par J.-A. Miller, Paris, La Martinière/Le Champ freudien, 2013. Edizione italiana : Il Seminario, libro VI, Il Desiderio e la sua interpretazione, a cura di Antonio Di Ciaccia, Einaudi, 2016.
[3] Miller J.-A., « Nous n’en pouvons plus du père ! », La règle du jeu, 26 aprile 2013, pubblicazione in linea : www.laregledujeu.org.
[4] Cf. Angot C., Intervento alla libreria Mollat, dicembre 2012, disponibile su internet.
[5] Miller J.-A., « Nous n’en pouvons plus du père ! », op. cit.
[6] Ibid.
[7] Angot C., Le Voyage dans l’Est, Paris, Flammarion, 2021.
[8] Legge n°2021-478 del 21 aprile 2021 che riguarda la protezione dei minori dai crimini e delitti sessuali e dall’incesto. La questione del consenso del minore non si pone più sotto i quindici anni e i diciotto anni per gli episodi di incesto.
[9] Angot C., « Psychanalyse », La Cause du désir, n°86, marzo 2014, p. 136.
[10] Angot C., « Je veux dire la vie. Christine Angot converse avec Christiane Alberti, Marie-Hélène Brousse et Jacques-Alain Miller », La Cause du désir, n°86, marzo 2014, p. 142.
[11] Cf. Angot C., Intervista con l’autore, Salon Fnac Livres 2021, ottobre 2021, disponibile su internet.
[12] Miller J.-A., « Nous n’en pouvons plus du père ! », op. cit.

Traduzione : Elena Madera
Revisione : Silvia Portesi

Immagine : © Yasmina Assbane